Si è svolto a Vienna il tredicesimo vertice delle donne portavoce del Parlamento, per l’ Unione Interpalamentare. Tra i partecipanti Pramila Patten, Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale nei conflitti e direttrice ad interim di UN Women.
Di seguito riportiamo alcuni punti salienti del suo discorso. Dopo aver salutato e ringraziato i partecipanti la Patten è entrata subito nel vivo della tematica di cui si occupa dicendo all’assemblea:
“La violenza sessuale legata ai conflitti non avviene nel vuoto. È collegata a fattori di sicurezza più ampi – come la ripresa delle ostilità̀, l’aumento dell’estremismo violento, la proliferazione delle armi e il collasso dello stato di diritto – molti dei quali sono stati esacerbati dalla pandemia e dalle sue conseguenze. Il COVID-19 ha rivelato che i rischi di cadere vittima di violenza sessuale e di genere non sono diminuiti, ma la possibilità̀ di cercare assistenza e riparazione sì.”
A proposito della pandemia i dati che si hanno sono davvero preoccupanti. La Patten continua sottolineando come: “nonostante l’appello del Segretario Generale per un cessate il fuoco globale dopo l’epidemia di COVID-19, molte parti in conflitto armato continuano a usare la violenza sessuale come una tattica crudele di guerra, terrore, tortura e repressione politica per avanzare i loro obiettivi strategici, compreso quello di spingere alla fuga le popolazioni e controllare il territorio conteso e le risorse naturali.”
Inoltre, i numeri dimostrano come le donne e le ragazze, in ambienti sovraffollati di rifugiati e sfollati sono più duramente colpite dalle crisi intersecanti del conflitto, dello spostamento forzato e della pandemia, e sono esposte a maggiori rischi di violenza sessuale, sfruttamento e traffico.
“Questa situazione è stata esacerbata da un declino generale della portata umanitaria, dovuto all’imposizione di misure volte a contenere la diffusione della COVID-19, e -ha continuato la Patten nel suo intervento -da un clima di risorse finanziarie limitate per la fornitura di servizi salvavita per le sopravvissute ed i sopravvissuti.”
Questo periodo ha acuito una disperazione economica che ha fatto aumentare episodi come quello del matrimonio infantile e casi del cosiddetto “sesso di sopravvivenza”. A questi casi si aggiungono episodi documentati di molestie e violenze sessuali nei confronti di operatrici sanitarie e donne detenute per presunte violazioni di coprifuoco. L’attuazione di quarantene, coprifuoco, blocchi e restrizioni al movimento ha ostacolato la possibilità per le sopravvissute a violenze di poter accedere alla giustizia e alla protezione, aumentando barriere strutturali, istituzionali e socioculturali. In sostanza la pandemia ha ulteriormente oscurato il crimine della violenza sessuale che già precedentemente veniva sottovalutato.
Rivolgendosi direttamente alle parlamentari la Patten le ha esortate suggerendo tre raccomandazioni per la protezione delle donne nel contesto pandemico attuale. “Prima di tutto, come parlamentari, potete promulgare una legislazione completa che criminalizzi tutte le forme di violenza sessuale e di genere, in linea con gli standard internazionali e il giusto processo di legge. Attualmente, in molti paesi coperti dal mio mandato, il quadro legislativo rimane inadeguato. Questo include, per esempio, la mancanza di definizioni complete di violenza sessuale; l’assenza di leggi per la protezione delle vittime e dei testimoni e di disposizioni per i risarcimenti ai sopravvissuti; o quadri giuridici per proteggere i bambini nati da stupri di guerra.
In secondo luogo, – ha continuato la Patten – potete assicurare che queste leggi siano incentrate sui sopravvissuti e sulle sopravvissute, e li riconoscano come titolari di diritti che richiedono dignità e rispetto, protezione fisica e legale, supporto medico e psicosociale olistico, servizi di reintegrazione e riabilitazione da parte dello Stato, così come il risarcimento da parte dei perpetratori. Inoltre, devono prevedere servizi accessibili e di qualità per le famiglie dei/delle survivors, compresi i bambini nati dallo stupro, e le comunità di appartenenza. Anche i testimoni, i difensori dei diritti umani, i funzionari giudiziari e i parlamentari devono essere protetti dalla legge.
Infine, è anche fondamentale ratificare e attuare gli strumenti internazionali sui diritti umani, come la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, che garantisce alle donne e alle ragazze di essere libere da ogni forma di violenza e discriminazione, in conflitto o in tempo di pace, e quindi i diritti delle donne e delle ragazze alla giustizia e ai servizi sulla stessa base degli uomini e dei ragazzi.
Con questi ruoli in mente, nel giugno di quest’anno, il mio ufficio e l’Unione interparlamentare hanno firmato un quadro di cooperazione per aiutarvi, come parlamentari, nei vostri sforzi per combattere il flagello della violenza sessuale. Stiamo anche coordinando il lancio di disposizioni legislative modello e la relativa guida sull’indagine e il perseguimento della violenza sessuale legata ai conflitti, sviluppata dal mio ufficio, per assistere i legislatori nell’attuazione di leggi che scoraggino il verificarsi della violenza sessuale e forniscano giustizia e riparazione, anche mentre questa pandemia è in corso.”