Si è svolta nel pomeriggio di mercoledì 14 luglio la tavola rotonda virtuale “WHAT WE NEED” organizzata da Stop Rape Italia, Campagna Italiana contro le Mine Onlus in collaborazione con la Fondazione Dr. Denis Mukwege e il Centro Pace Friedenszentrum. La tavola rotonda rientra tra le attività promosse da Stop Rape Italia per le iniziative della giornata internazionale ONU contro l’uso della violenza sessuale come arma di guerra del 19 giungo scorso.

Attraverso la piattaforma Zoom, in una trasmissione condotta dalla giornalista Sara Lucaroni, si è affrontata la tematica della violenza come arma da guerra e di come anche l’Italia possa fare la sua parte. Ad aprire i lavori è stato un intervento della Coordinatrice di Stop Rape Italia Tibisay Ambrosini che ha raccontato i motivi per cui è stata sposata questa battaglia e quale è la mission che viene portata avanti, che si rivolge non solo alle donne, ma anche a uomini, bambine senza distinzione di sesso ed età, ragazze e ragazzi. Ha raccontato poi la storia delle donne yazide e in particolare quella del Premio Nobel per la Pace Nadia Murad, vittima di violenza da parte degli uomini dell’ISIS. 

Sono seguiti i video messaggi di Jody Williams, Premio Nobel per la Pace 1997 che ha lanciato un messaggio di speranza constatando come il mondo stia cambiando, lentamente ma sta cambiando, e di come sia importante che uomini e donne, insieme, portino avanti questa missione. 
Dopo questo intervento c’è stato il video messaggio della Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Marina Sereni. La Vice Ministra ha spiegato quali sono i passi che il nostro Paese sta facendo per la protezione delle donne iniziando dal sostegno all’Agenda “Donne, pace e sicurezza” e alla lotta contro ogni forma di discriminazione e in particolare della violenza di genere nei conflitti. “Le donne possono giocare un ruolo fondamentale ed è per questo che abbiamo votato la risoluzione 32/82 “sul ruolo fondamentale delle donne nelle ricostruzioni post belliche“- ha detto Marina Sereni.

I momenti più emozionanti della tavola rotonda sono stati gli interventi delle sopravvissute del SEMA la Global Network for Victims and Survivors to End Wartime Sexual Violence ( Rete globale delle vittime e dei sopravvissuti per porre fine alla violenza sessuale in tempo di guerra ). Esperande Bigirmana ha descritto il significato del motto di SEMA “Niente per noi, senza di noi” sottolineando l’importanza di ascoltare le sopravvissute perché sono loro a sapere meglio di chiunque altro di cosa hanno bisogno. Esperande ha continuato il suo intervento spiegando cosa si intende per approccio centrato sulle sopravvissute ed ha raccontato la sua esperienza lavorativa sia in campo nazionale che internazionale evidenziando l’importanza per le sopravvissute di uno spazio sicuro.

A seguire è intervenuta Angela Maria Escobar, sopravvissuta alle violenze perpetrate nei suoi confronti in Colombia e il suo impegno attuale come responsabile della Red de Mujeres Víctimas y Profesionales, la rete di donne vittime dei conflitti armati colombiani e la sua battaglia per tutelare i diritti e i risarcimenti alle vittime che spesso si ritrovano completamente sole ed abbandonate.

L’ultimo intervento della giornata è stato quello della Senatrice Valeria Fedeli che in diretta dal Senato, ha sottolineato come sia fondamentale l’ascolto delle sopravvissute per poter strutturare delle politiche mirate e di come la determinazione degli stupri, che non possano mai essere giustificati, segua quanto già sancito dal Tribunale Penale dell’Aja che li riconosce come crimini di guerra e come tali devono essere considerati. A tal proposito vanno create delle regole all’interno dei corpi militari che agiscono nei paesi in conflitto investendo sulla formazione dei militari con un codice di condotta e la promozione di un aumento delle donne nelle forze armate. Altro elemento fondamentale è battersi affinché le sopravvissute siano partecipanti come forze attive nella costruzione dei processi di costruzione di pace rafforzando il sistema giudiziario anche attraverso una specifica formazione dei giudici per i casi di violenze sulle donne e i bambini nei conflitti.


A chiudere i lavori l’omaggio alla resilienza, al coraggio ed alla forza delle survivors con l’esecuzione della performance Little bird, una canzone scritta e cantata dalle rappresentanti di SEMA in occasione di un workshop a loro dedicato.

Concludere con il sorriso delle sopravvissute per ripartire con grande motivazione per sostituire l’impegno all’indifferenza.

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